Paolo Polvani è nato nel 1951 a Barletta, dove vive. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia:
Nuvole balene, ediz. Antico mercato saraceno, Treviso 1998;
La via del pane, ediz.Oceano, Sanremo 1999;
Alfabeto delle pietre, ediz. La fenice, Senigallia, 1999;
Trasporti urbani, ediz. Altrimedia,
Matera 2006;
Compagni di viaggio, ediz. Fonema,
Perugia 2009;
Gli anni delle donne, e-book, edizioni
del Calatino, 2012.
Sue poesie sono state pubblicate da
numerose riviste.
E’ presente nelle antologie:
"Dentro
il mutamento", edito dalla casa editrice Fermenti nel 2011
"Lacrime e fango", di Rocco Gio Fodale e gruppo "Per certi versi", Youcanprint 2012.
"Un amore di poesia", di AutoriEditori a cura di Rocco Gio Fodale, Youcanprint 2015.
"Mamma Blues", di Rocco Gio Fodale e gruppo "Per certi versi", Youcanprint 2015.
"Un amore di poesia", di AutoriEditori a cura di Rocco Gio Fodale, Youcanprint 2015.
"Mamma Blues", di Rocco Gio Fodale e gruppo "Per certi versi", Youcanprint 2015.
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Una penna verde
Semplicemente sento scorrere la vita
mentre l'uomo solo in treno
accanto a me è intento alle parole crociate
e pensa forse a un gatto che l'aspetta a casa
grigio e prepotente, e ha solo lui, e un cappotto
dimesso, stanco di portarlo in giro sui treni,
solo e con quell'idea del gatto nella testa.
C'è anche un sole molto violento, un sole di gennaio
che un po' ci riscalda e un po' ci ubriaca
e io ho una penna verde e aspettiamo la partenza per Matera.
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Le nere calze
Le nere calze docili nel vento
appese al tuo balcone, al giovane
tormento
appese del mio giovane cuore
a lungo a lungo spio.
M'inebrio del morbido ondeggiare
nero delle tue calze al vento,
m'inebrio del mio segreto, di tanto
inadeguato
ebbro sfinimento.
* * *
Lungo l'argine al volo in bicicletta
Lungo l'argine al volo in bicicletta
a caccia di liquirizia, di radici,
nella polvere di un'estate.
Il fiume assorbe il suo silenzio
e sogna di un'altra lontananza,
della tersa felicità di un orizzonte.
Un'acqua che avanza con dolore
non chiara, non soffice
tra le pietre in secca.
Rimonta un equilibrio il volo della
gru.
Le biciclette lungo l'argine
fanno il verso all'agonia del fiume.
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Castel del monte
Padrone dell’orizzonte
Castel del monte declama
il verbo della solitudine.
Alla sua tersa sintassi
si profuma il vento.
Lo sgargiante ciclista nella lontananza
s’inebria
alla sua aria araba.
Nell’affanno della salita
cresce la consapevolezza
di un paesaggio che alle sue spalle si distende,
disvela l’ottobrino azzurro
di un dolcissimo Adriatico.
Alzarsi in piedi sui pedali
e dispiegare una forza piena d’allegria,
di giovanile sfida all’incalzare
degli anni.
Il castello libera tutta l’energia
della pietra, si libra
nella perfezione del mattino.
Ti porto l’ossequio di un orizzonte
di campi scoloriti,
di lontane città
adagiate
lungo il perimetro del mare.
Ti porto l’omaggio della mia fatica.
Resisterai all’inerpicarsi degli autunni,
agli schiaffi del vento,
allo sfacelo lento,
alla deriva
che ci attende.
* * *
Le margherite di Mozart
Le mani della pianista aderiscono
al perimetro della primavera.
Una matematica
successione di frasi disegna la bocca di Mozart.
Le dita schiudono un'adunata di margherite
dispiegano davanti a noi un tappeto di papaveri.
La pianista è agile e bruna, ha labbra
che inseguono la puntualità delle nuvole.
Il brivido del corpo sposa il suono
converte in paesaggio il flusso, la corrente.
Alberi dai profumi sonori
nascono dalle vene della notte.
La pianista stila un elenco completo d'inquietudini
chiama per nome le paure, un bosco
o una porta che sbatte.
Evidenzia un nudo bisogno di luce.
Fa di aprile un'arma che inaugura
campi di girasole.
Quando leggo poesie come queste tue dove c' è sentimento, armonia, curiosità per la vita, mi sento intimamente contenta : esiste ancora la Poesia, non è naufragata nell' inconsistenza presuntuosa di tanti versi che navigano e ci opprimono on-line. Felice di questo incontro Paolo. Complimenti, in tutta sincerità
RispondiEliminaGrazie cara Aurora, le tue parole mi riempiono di gioia.
RispondiEliminaveramente grazie!