mercoledì 27 febbraio 2013

Le poesie di Ugo Magnanti


Ugo Magnanti ha pubblicato alcune raccolte di poesia, tra cui "Rapido blé", "20 risacche", Ume, "Poesie del santo che non sei", Akkuaria, "Il battito argentino", Alla pasticceria del pesce. Ha partecipato con sue poesie-oggetto a varie mostre in Italia e all’estero, e ha curato azioni, eventi, manifestazioni, presentazioni, in diverse città italiane. Vive tra Anzio e Nettuno, dove lavora come insegnante di Lettere in un istituto superiore. 

(foto di Dona Amati) 


* * * 


2

Le scarpe con il numero di sempre,
ovvio!; l'orologio invece comprato
un anno fa, giallo come un insetto.
E il vecchio muro verso cui sei sceso,
per metà uomo e per metà creatura,
a volte confessato dalla ruggine,
a volte dalla parodia: la ruggine...
fu anche più aspra della parodia. 

da "Poesie del santo che non sei" (2009)


* * *  


3

Per piantare la palma nel giardino,
hai usato attrezzi tolti dal velluto,
curvo come davanti a un tabernacolo.
Nei giorni di pioggia hai portato in casa
il fango, e i graffi delle ardenti spine
quando era l'ora della potatura.
Oggi che in alto la tua palma impazza,
cosa significa questa lusinga
che quasi ti consiglia di tagliarla?


da "Poesie del santo che non sei" (2009)


* * * 


6

Di fronte alla parola scimmia fai una 
faccia, di fronte alla parola rosa,
un'altra faccia: non ti offende il foglio
candido sul tavolo: dunque scrivi
'scimmia' e scrivi 'rosa', e altri lemmi sciocchi
che non devi contendere a nessuno.
Basterebbe però soltanto un pezzo
di pane sotto la città isolata,
o una tanica di nafta da stringere,
per fatti fare la faccia che hai da fare,
e così smarrire il nome che ti manca:
l'iroso rovescio di scimmia e di rosa.


da "Poesie del santo che non sei" (2009)


* * * 


Sono orfano
al convitto dei preti
e sono mezzo biondo
come la mia copia
ho il cranio ellittico
e sovente un ciuffo eretto
sono in un valico
quando gioco al campo
col busto all'indietro
e le braccia larghe
immerso
come un orologiaio
ma la mia copia
di me
non vuol manco la puzza
perché sono mezzo indegno
e mezzo cispadano
o di Gòngola
o di non 'saccio' che strapiombi
allora mi deride
se mi incrocia per la strada
o al campo
mentre bagno fronte e polsi
già sudato
prima che cominci
l'insensata partitella


da "Il battito argentino" (2011)


***


Tengo perlopiù 
l'epidermide del corvo
forse più ombrosa
o forse meno ombrosa
ma pure declino dall'est
e approdo qui con l'Albania
e sono cereo e dorato
così
sia io pallido o negro
islamita o cristiano
compare per delinquere
oppure onesto
così
io proferisca con bontà
e scatarri sul mattone
o sull'asfalto 


da "Il battito argentino" (2011) 






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