mercoledì 27 marzo 2013

Le poesie di Simone Monaco



Simone Monaco è nato a Popoli (Pescara), ha trentuno anni ed è laureato in Scienze Sociali. Scrive poesie, racconti e romanzi. Ha realizzato varie raccolte di poesie non ancora edite. Di prossima uscita il suo primo romanzo dal titolo Perché a Shelley non piaceva il Natale.



* * *


Finestra a colori


I rami che si allungano
per intercettare la nuova luce,
la terra umida si scrolla
di dosso la brina perlata.

I monti soffiano via la neve
come farina dalle spalle di un mugnaio,
i campi si ridestano stiracchiandosi
dopo il letargo dell’inverno ormai evaporato.

Dalla finestra arriva il profumo
dei panni stesi ad asciugare,
in alto le rondini riempiono
lo sguardo planando un tiepido vento.

Un sole cortese si affaccia
dai vetri; lo faccio entrare
come un gradito ospite: «questa è casa
mia, puoi restare quanto vuoi.»


* * * 


Inventarti


Scrivo piogge
di parole
e poi le cancello
come accade
ai castelli di sabbia
sul traguardo
delle onde.
Scrivo di te
ma mi è difficile
rinchiuderti
in poco inchiostro
e qualche riga.
Troppo piccolo
questo foglio,
non ci sta che un ritratto
di matita morbida
che sappia, almeno lei,
ricalcare il tuo viso
che appare
quasi per magia
quando t’immagino.
Qui, a portata di occhi,
saprei inventarti meglio.


* * * 


Utopia


Di un giorno
lontano sarò l’alba,
di un remoto 
viaggio
l’idea;
di tutte 
le luci 
un riflesso, 
ponte 
che unisce
terre nemiche.


* * * 


Ho imparato


Ho imparato dai gatti
l’equilibrio che serve
per camminare sopra il filo
di una vita meravigliosa.

Ho imparato dai cani
la semplicità della gioia
di correre nei prati di stelle
nella primavera del firmamento.

Ho imparato dai bambini
lo stupore e la voglia
di rialzarmi ogni volta
che cado col sedere per terra.

Ho imparato dai temporali
il coraggio della pioggia
per lanciarmi nel vuoto di un futuro
che non si scorge dalle nuvole.


* * *


Con la sabbia nelle tasche


Non è poi così silenzioso il mare,
ascoltalo respirare
nelle mattine fresche
con la sabbia nelle tasche.

Non è poi così lontano il mare
col suo lento ormeggiare;
le corse sulla riva
di una ragazza schiva.

Di conchiglie mai raccolte,
di onde e delle loro rivolte;
vento che soffia nei capelli
che si solleva con la facilità degli uccelli.


No, non ti scrollare,
continua ad ascoltare
la marea danzare…
non mi dimenticare.


* * * 


Ulisse e Penelope


Ci vuole pazienza,
Penelope,
ti hanno detto.
Ci vuole coraggio,
Ulisse,
ti hanno insegnato.
Ma che ne sa
il mondo
dell’amore?
Delle peripezie
dell’anima,
delle capriole
che fa la mente?
Ci vuole passione,
Penelope,
per resistere al tempo.
Ci vuole determinazione,
Ulisse,
per conoscere l’incanto.
Il ritorno
degli occhi
non sempre
corrisponde
a quello del cuore.
Solo il ritorno
del cuore
non ha bisogno
di occhi.


* * * 


Fuori diluvia 


Fuori diluvia,
ci si bagna la vita
a guardare oltre i vetri.
Fuori diluvia,
ma non è sempre pioggia
quella che cade dagli occhi.
Fuori diluvia,
ma per oggi qui dentro
c'è un piccolo sole
che fa da centrotavola.
Fuori diluvia
e dentro c'è il mare,
porgi l'orecchio
come ad una conchiglia
trovata d'inverno.


* * * 


Terra! 


Nell’attesa,
dei tuoi occhi,
di un sorriso
sulle labbra.

Fermo alla finestra,
come il mozzo
che scruta l’orizzonte
per urlare: «terra!».

Ecco, tu sei
il mio continente,
il mondo
in cui voglio vivere.


* * * 


Ovunque sei


Ovunque sei
sei qui,
qui con me,
me e te una sola entità.

Ovunque sei
mi batti dentro,
mentre respiro
la scia delle tue parole.

Se mi ascolti
io ti sento,
se piangi
io sono lacrima.

Nel ricordo,
in questo presente,
davanti a noi,
uniti dalle distanze.

Ovunque sei
voglio essere,
senza contatto, senza pelle,
siamesi le nostre anime.


* * * 


Ricordi?


Ricordi?
Sono quella farfalla
che vola ogni mattina
nel tuo giardino segreto.

Ricordi?
Sono colui
che ti ha fatto del male
non sapendo come starti accanto.

Ricordi?
Sono il gatto
che ti spia da sopra il recinto
mentre leggi il tuo libro.

Ricordi?
Sono il ricordo
di estati lontane
e di soffuse lampare.

Ricordi?
Sono il rossetto
che stamattina hai steso
sulle labbra prima di uscire.

Ricordi?
C’era un tempo in cui
tutti i tuoi sorrisi
combaciavano con i miei.

Ricordi?
Forse no, il tempo ha fatto il suo dovere:
infondo la vita è uno spartito
che puoi suonare solo una volta.


* * * 


Chiara


Chiara
si agita la notte
sulle rotte del vento.

Chiara
la pelle che prende
il colore degli astri.

Chiara,
nome di donna
che si addice ad un viso.

Chiara
melodia che si aggira
per le strade del centro.

Chiara
la voce delle sirene
che dal mare chiamano gli occhi.

Chiara
si spegne la notte
per lasciar posto all’aurora.



* * *  




Nessun commento:

Posta un commento