giovedì 13 febbraio 2014

Le poesie di Fernando Pessoa

LE POESIE DI FERNANDO PESSOA 

« O poeta é um fingidor.
Finge tão completamente
Que chega a fingir que é dor
A dor que deveras sente. »


"Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore."

(Autopsicografia) 




Il termine Pessoa in portoghese significa “persona”: così sembra normale ritenere la più grande opera di Fernando Pessoa la creazione di eteronimi, cioè di alter-ego che a differenza dello pseudonimo, hanno una “personalità” poetica ed anagrafica completa e un proprio stile. Una identità che va rafforzandosi e maturando nel tempo, con la produzione, tanto da distaccarsi completamente e ad entrarne in contrasto con quella dell'autore .
Álvaro de Campos, modernista e futurista, Alberto Caeiro, poeta bucolico, Ricardo Reis, poeta ellenista e oraziano, Bernardo Soares... sono gli esempi più completi ed eclatanti di questa manifestazione. Tramite queste personalità eteronime, Pessoa invita alla riflessione sul rapporto tra verità, esistenza ed identità.
La perdita del padre, l'esilio, il “paludismo letterario” vissuto a venti anni, il periodo vissuto con la nonna Dionisia, i fallimenti nel lavoro e negli studi, lo spingono  verso la ricerca della propria identità. Così il fingitore approda genialmente alla creazione delle circa venti personalità distinte e definite, che interpretano il mondo, danno sfogo alle proprie passioni.
Ho inserito, in questa immediata polaroid su Fernando Pessoa, mio autore preferito, anche “Paludi” (1913), in cui da ortonimo (eteronimo che usa lo stesso nome), esprime il proprio urlo disperato che implode in sé, come “gomitolo arrotolato dall’interno”, espressione della molteplicità di sfaccettature, modelli, stili, contrasti in cui ritrova se stesso. 

Rocco Gio Fodale 


*  *  * 


Non sto pensando a niente

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l'aria notturna,
fresca in confronto all'estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!

Non pensare a niente
è avere l'anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
E' come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...


*  *  *  

Amo tutto ciò che è stato

Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.


dalle "Lettere d'Amore"


*  *  * 


Se io 

Se io, ancor che nessuno,
Potessi avere sul volto
Quel lampo fugace
Che quegli alberi hanno,

Avrei quella gioia
Delle cose al di fuori,
Perché la gioia è dell'attimo;
Dispare col sole che gela.

Qualunque cosa m'avrebbe meglio
Giovato della vita che vivo -
Vivere questa vita di estraneo
Che da lui, dal sole, mi era venuta!

Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l'anima,
da vivere soltanto di vedere!
Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
l'assenza di avere un fine,
e l'ansia di conseguirlo!
Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.


da "Cancioneiro" (1933) 


*  *  * 


Non sono nulla

Non sono nulla, non posso nulla,
non perseguo nulla.
Illuso, porto il mio essere con me.
Non so di comprendere,
né so se devo essere,
niente essendo, ciò che sarò.
A parte ciò, che è niente, un vacuo vento
del sud, sotto il vasto azzurro cielo
mi desta, rabbrividendo nel verde.
Aver ragione, vincere, possedere l'amore
marcisce sul morto tronco dell'illusione.
Sognare è niente e non sapere è vano.
Dormi nell'ombra, incerto cuore.


*  *  *


Paludi

Paludi nello sfiorare ansie sulla mia anima in oro...
Rintocco lontano di Altre Campane...Scolora il biondo
grano nella cenere del tramonto...Corre un freddo carnale per l’anima...
Così sempre la stessa, l’Ora...Oscillare di cime di palma...
Silenzio che le foglie fissano in noi...Autunno tenue
d’un canto di vago uccello...Azzurro obliato in ristagno...
Oh, quale muto grido d’ansia mette gli artigli nell’Ora!
Che stupore di me anela ad altra cosa da ciò che
piange!
Tendo le mani al di là, ma nel tenderle già vedo
che non è quello che voglio quello che desidero...
Cimbali di Imperfezione...O, tanta antichità
l’Ora esplulsa dal sé-Tempo! Onda di risacca che invade
il mio abbandonarmi a me stesso fino a venir meno,
a ricordare tanto l’Io presente che mi sento obliare!...
Fluido d’aureola, trasparente di Fu, vuoto d’aversi...
Il Mistero ha il sapore del mio essere altro... Chiardiluna sul non contenersi...
La sentinella è tesa...la lancia che configge nel suolo
È più alta di lei...Per cosa tutto questo?...Giorno piatto...
Rampicanti di sproposito che lambiscono d’Ora gli Oltre...
Orizzonti che chiudono gli occhi allo spazio in cui sono cerchi di errore...
Fanfare di oppi di silenzi futuri...Lontane carrozze...
Portoni visti lontano...fra gli alberi...così di ferro!


*  *  *


Tutte le lettere d’amore 

Tutte le lettere d'amore sono
ridìcole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridìcole.

Anch'io a mio tempo scrissi lettere d'amore,
come le altre,
ridìcole.

Le lettere d'amore, se c'è amore,
devono essere
ridìcole.

Ma, infine,
son le creature che non han mai scritto
lettere d'amore
ad essere
ridìcole.

Beati i tempi in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d'amore
ridìcole.

La verità è che oggi
son le mie rimembranze
di quelle lettere d'amore
ad essere
ridìcole.

Tutte le parole sdrùcciole,
come i sentimenti sdrùccioli,
sono naturalmente
ridìcole. 













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