"Le ragazze di Parigi, che il diavolo se le porti!
Ed il diavolo sarebbe lieto di portarsele con sé!
Sono ... Come gli spari d'un fuoco d'artificio.
Quando scoppia la guerra nelle vie"
Ti ho amato al suono di Piazzolla,
e con lo scricchiolìo di lenzuola inamidate,
e sotto il fruscio dei girasoli,
al suono di Armstrong
e al suono di Rachmaninov.
Al risuonare di Glenn Gould.
di Saša Izbiter
di João Gilberto
e sotto lo sgocciolio di statue bagnate
e di colori non asciutti del cavalletto.
E in un pagliaio
al sorgere del sole con i galli,
dove, destatomi,
io ti volevo,
e nel doppio respiro
di due corpi come uno solo.
* * *
Ribes Nero
Occhi neri di ribes nero
come dense gocce della notte
guardano e inconsapevoli domandano
o di qualcuno o di qualcosa.
Caverà lesto il tordo saltellante
gli occhi neri di ribes nero,
ma i gorghi del vortice conservano memoria
di qualcuno o di qualcosa.
Non penetrate nella memoria delle amate.
Temete quei vortici abissali, perfino
la vecchia tua blusa, non di te si ricorda, ma
di qualcuno o di qualcosa.
E dopo morto vorrei onestamente sempre vivere
in te, come qualcuno no, come qualcosa,
che ti rammenti, linea d'orizzonte,
solo qualcosa, solo qualcosa.
* * *
Nel parco
Per i labirinti del parco
tu e io andavamo.
Tutto in quel mezzogiorno, ci rallegrava:
l'arco che si curvava sul padiglione,
le attrazioni, la calca agli sportelli della biglietteria,
il luccicante lindore dei praticelli rasati e
presso il tirassegno due filari d'acacie.
Sulla facciata
di uno stand presso un laghetto
i cartelloni del film Constantin Zaslonov,
il vestitino di una ragazzetta tutto svolazzi e falpalà;
volti balenanti tra la ressa, il frullare di uccelli
che prendono il volo,
gelati Eskimò in involucri
argentati su bancarelle blu...
Tu e io andavamo sempre più felici
sorridendo ai bambini,
agli uccelli
ai fiori alle erbe,
quando improvvisa
(venuta da chissà dove!)
la pioggia
si rovesciò a scroscio sul nostro capo.
Con passo schioccante, sollevando alti spruzzi
attraverso i prati,
respirando ozono,
la pioggia camminava,
e noi correvamo per non farci raggiungere.
Con un'allegra caccia all'uomo, l'acqua
galoppò dietro a noi,
urtando contro i rami,
ora raggiungendoci,
ora di nuovo perdendoci...
E in un chioschetto dal vento avvolto
con una rete diafana di fili,
dove le gocce saltavano
in una danza frenetica,
in mezzo a trasparenti lustrini
di cascatelle d'acqua,
noi alzammo gli occhi,
e l'inchiostro dei nostri sguardi
fu
una dichiarazione d'amore.
Poi l'acquazzone cessò
Come era venuto, tutt'a un tratto...
il rombo del tuono morì in lontananza
con le sue ultime salve...
Il profumo dei lillà dischiusi
si confondeva con l'odore della terra.
Scintillava la sabbia.
Prima di dar inizio al canto
scrollavano le piume i capirossi.
Sorridendo camminavano i passanti.
Nei tuoi occhi
sotto la convessità d'ogni pupilla
appena appena facendo vibrare
le sensibili ciglia,
liquidamente scorrevano fiori
navigavano nuvole.
E qual che sia il futuro che il mondo m'apparecchia
io gli perdono
e anzi l'amerò, sempre,
in grazia se non altro di questo:
che un giorno
l'ho guardato riflesso
nella felicità dei tuoi occhi.
* * *
Sempre si troverà una donna
Sempre si troverà una donna,
che, fredda e lieve,
compatendo e un poco amando,
ti plachi come un fratello.
Sempre si troverà la spalla di una donna
dove, abbandonata la testa scapestrata,
tu possa respirare con ardore
e a cui possa affidare il tuo ribelle sonno.
Sempre si troveranno gli occhi di una donna
che, smorzando il tuo dolore,
in parte almeno, se non proprio tutto,
vedano la tua sofferenza.
Ma c’è una mano
che ha particolare dolcezza
quando la fronte tormentata sfiora,
come l’eternità e il destino.
Ma c’è una spalla
che, un mistero il perché,
in eterno ti è data, non per una notte sola,
e questo tu da tanto l’hai capito.
Ma ci sono occhi
che appaiono sempre tristi,
e sono gli occhi del tuo amore e della tua coscienza,
fino ai tuoi ultimi giorni.
Ma tu vivi malgrado te stesso,
e quella mano, quella spalla,
quegli occhi tristi non ti bastano…
Quante volte in vita li hai traditi!
Ma eccolo, arriva, il castigo.
<<Traditore!>> – ti schiaffeggia la pioggia.
<<Traditore!>> – i rami ti sferzano il viso.
<<Traditore!>> – rimbalza l’eco nel bosco.
Ti rattristi, ti agiti, ti tormenti.
Non saprai perdonare tutto questo a te stesso.
E solo quella mano diafana perdona,
anche se grave l’offesa,
e solo quella spalla stanca
perdona adesso e perdonerà ancora,
e solo quegli occhi tristi
perdonano quello che non si può perdonare.
* * *
Scordandoci il suo senso primordiale,
abbiam rimosso la donna, abbassandola
all'uguaglianza.
Le betulle nane: Gratitudine
* * *
L'immagine di Gian Marco Crovetto e Gianni Ansaldi tratta da gcrovetto.com/PopExpress/evgenijaleksandrovitchevtuschenko.html
Nel Parco e Ribes nero sono tratti da poesieracconti.it/poesie/a/evgenij-evtusenko
Ti ho amato e Sempre si troverà una donna sono tratti da cantierepoesia.wordpress.com/category/x-sogni-dautore-x/evgenij-aleksandrovic-evtushenko/
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