lunedì 9 marzo 2015

L'OSPITE DEL MESE - Séamus Heaney - Marzo 2015



























disegno di Barry Mullan 



Il Fusto di pioggia   



Capovolgi il fusto e quello che succede

è una musica che non avresti sperato mai
d'udire. Lungo il secco stelo di cactus scorrono

acquazzoni, cascate, rovesci, risacche.

Ti lasci attraversare come un condotto
d'acqua, poi lo scuoti di nuovo leggermente

ed ecco un diminuendo che corre per le sue scale

come una grondaia gemente. Di seguito,
uno spruzzo di stille da foglie irrorate,

sottile umidità d' erba e margherite;

poi mille luccichii come soffi di brezza.
Capovolgi ancora il bastone. Quel che succede

non è sminuito dall'essere accaduto una volta,

due, dieci, mille volte prima.
Che importa se tutta la musica che traspare

è un cadere di pietriccio e semi secchi lungo un fusto

di cactus! Sei come l'uomo ricco accolto in paradiso
attraverso il timpano di una goccia di pioggia. E adesso
riascolta.




The Rain Stick

Upend the rain stick and what happens next

Is a music that you never would have known
To listen for. In a cactus stalk

Downpour, sluice-rush, spillage and backwash

Come flowing through. You stand there like a pipe
Being played by water, you shake it again lightly

And diminuendo runs through all its scales

Like a gutter stopping trickling. And now here comes
A sprinkle of drops out of the freshened leaves,

Then subtle little wets off grass and daisies;

Then glitter-drizzle, almost-breaths of air.
Upend the stick again. What happens next

Is undiminished for having happened once,

Twice, ten, a thousand times before.
Who cares if all the music that transpires

Is the fall of grit or dry seeds through a cactus?

You are like a rich man entering heaven
Through the ear of a raindrop. Listen now again.



* * * 



Scavando 


Tra l’indice e il pollice riposa
La mia penna tozza e comoda come una pistola.
Sotto la finestra il suono netto e stridulo
Della vanga che affonda nella terra ghiaiosa:
Mio padre, che scava. E guardo giù
Finché la schiena gli si abbassa fra le aiuole
E torna su come vent’anni di prima
Piegandosi a tempo tra le piante di patate
Dove stava scavando.
Con lo stivale rozzo annidato sul vangile
Spostava l’asta fermamente contro
La parte interna del ginocchio. Sradicava le piante
Affondando la lama lucida e noi raccoglievamo
Le nuove patate, ci piaceva
Sentirle fredde e dure fra le mani.
Per Dio, il vecchio sapeva maneggiare la vanga.
Proprio come il suo vecchio.
Tagliava più torba mio nonno in un giorno
Di ogni altro uomo nella torbiera di Toner.
Una volta scesi a portargli il latte
In una bottiglia col tappo di carta. Si alzò
Lo bevve, e si rimise subito al lavoro
Incidendo e tagliando nettamente, sollevando
Zolle sulla spalla, e scendendo sempre più giù
Per trovare quella buona. Scavando.
E mi torna in mente l’odore freddo della terra
Delle patate, lo scalpiccio sulla torba fradicia,
I colpi risoluti della vanga tra le radici vive.
Ma io non ho la vanga per seguire uomini così.
Tra l’indice e il pollice
Ho la penna.
Scaverò con quella. 




Digging 

Between my finger and my thumb
The squat pen rests; snug as a gun.
Under my window, a clean rasping sound
When the spade sinks into gravelly ground:
My father, digging. I look down
Till his straining rump among the flowerbeds
Bends low, comes up twenty years away
Stooping in rhythm through potato drills
Where he was digging.
The coarse boot nestled on the lug, the shaft
Against the inside knee was levered firmly.
He rooted out tall tops, buried the bright edge deep
To scatter new potatoes that we picked,
Loving their cool hardness in our hands.
By God, the old man could handle a spade.
Just like his old man.
My grandfather cut more turf in a day
Than any other man on Toner’s bog.
Once I carried him milk in a bottle
Corked sloppily with paper. He straightened up
To drink it, then fell to right away
Nicking and slicing neatly, heaving sods
Over his shoulder, going down and down
For the good turf. Digging.
The cold smell of potato mould, the squelch and slap
Of soggy peat, the curt cuts of an edge
Through living roots awaken in my head.
But I’ve no spade to follow men like them.
Between my finger and my thumb
The squat pen rests.
I’ll dig with it.



* * * 






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