domenica 29 aprile 2012

''I LUOGHI DELLA MEMORIA" di Adriana Pedicini

''I LUOGHI DELLA MEMORIA"    di Adriana Pedicini
Genere: Narrativa (Contemporanea) ARDUINO SACCO EDITORE, ROMA
Uscito: Novembre 2011  Prezzo: € 12.00 Pag. 114
IL  PRESENTE  si avvale sempre del supporto della memoria, intesa sia come laboratorio atto a catalogare i dati dell’esperienza, sia come fucina capace di ricreare, evocandone il senso, i momenti della vita trascorsa, significanti l’esperienza personale o aventi valore universale, realmente vissuti o immaginati, elaborati dalla fantasia o appresi dai racconti dei vecchi. Essa ci aiuta a recuperare antiche emozioni, addolcite dal fluire del tempo e arricchite di più mature consapevolezze, permettendoci di riviverle con nuove sensazioni. Anche i racconti più attuali sono in qualche modo depositari di pregresse universali esperienze, laddove il vero protagonista è da una parte il dolore del distacco, la lacerazione degli affetti interrotti, le difficoltà proprie dell’esistenza umana, dall’altra la forte volontà di appassionarsi alla vita, superando tutti gli ostacoli in una potente e tenace voglia di determinare almeno in parte il proprio destino.Le storie di questa raccolta sono legate da un motivo conduttore, enunciato dal sottotitolo: “Racconti sul filo della memoria”, che suona come una dichiarazione d’amore per il passato, per quel tempo perduto che “srotola all’indietro riportandoci in un baleno a ciò che eravamo…” ma che trova nella cultura locale, sempre radicata nei costumi, una continuità col presente.
Coesistono in questo libro della memoria, realismo autobiografico, prose di meditazione e racconti modellati dalla fantasia, pur prendendo spunto da fatti e circostanze oggettivi; ma vi sono anche indagini psicologiche, analisi di quel mondo profondo e sconosciuto che si esprime alla coscienza propria o altrui in azioni spesso senza senso, ma pur vibranti della vita più vera, perché più intima e sofferta.
Adriana Pedicini, docente in quiescenza di materie letterarie latino e greco. ha riscoperto il gusto dello scrivere. Ha pubblicato una raccolta di racconti e sta per essere pubblicata una raccolta di poesie con disegni di una cara amica.
“I luoghi della memoria” ripercorrono con racconti a volte arricchiti di fantasia, altre volte frutto di riflessioni, di progettualità, altre volte esito di ricerche di storia locale, momenti di vita che di quelle esperienze così raccontate hanno costituito le radici e la linfa vitale di quel che poi è stato il futuro. Il libro apre con il narrare il rito –perché di un vero e proprio rito si tratta – della lavorazione del pane nell’ambito di una casa piena di rispetto “religioso” . Prosegue con un lungo racconto su usi e tradizioni riguardanti i momenti salienti della vita in una famiglia del popolo all’inizio del secolo: la nascita, gli stenti della guerra, le sciagure ad essa conseguenti, il matrimonio, la morte. Altri racconti mettono in luce personaggi realmente esistiti di questo piccolo paese reale vivificato dall’immaginazione: Teresina, donna sola e disagiata; Mariantonia, definita la chioccia per la sua esasperata protezione dei figli a cui anche in età adulta nega l’autonomia dell’esistenza; la signorina P. maestra elementare tanto preparata quanto rude nei modi; Josephine, una ragazza diventata nomade per bisogno di affetto familiare; Andreana, artefice del rito più antico e più sacro, quello di fare il pane. Ancora altri sono i racconti che attraverso la percezione individuale indagano nell’animo umano per attingere spazi e tempi che vanno oltre queste categorie e attingono il senso dell’infinito e dell’eterno, come infinite ed eterne sono le emozioni che si trasmettono di generazione in generazione, quando protagonista è il dolore, la sofferenza, ma anche la speranza di tingere di nuovi colori la vita.
Redazione di BENEVENTO tel. 0824.482325 / fax 800.897474 / email: culturaespettacoli@ilsannioquotidiano.it CULTURA E SPETTACOLI 19
 SABATO 3 MARZO 2012
L’INTERVISTA
Adriana Pedicini, docente del liceo Classico Pietro Giannone, ci parla del suo ultimo libro, uno spaccato di storie vissute, immaginate, di valori, di ricordi e di aspirazioni.
ADRIANA PEDICINI, per anni docente stimata del Liceo Classico Pietro Giannone, ha scritto di recente un libro diracconti dal titolo “I luoghi della memoria” (114pagine, 12 euro), Arduino Sacco editore) decidendo di mettere nero su bianco la suamemoria, fatta di piccole cose, di giornatequotidiane, di racconti sussurrati e immaginari,di giochi magici, di storie talvolta dolorose. È un affresco che segna il tempo che disegna i colori di un’esistenza, fatta diamori, di scoperte, di natura, ma anche di sopraffazioni, di delusioni, di impegno e sacrificio. I luoghi della memoria sono anche i luoghi dell’anima, dove sono riposti speranza e voglia di crescere.
I racconti di Adriana Pedicini sono ‘leggeri’ pur se hanno dentro grandi insegnamenti,valori intramontabili come il rispetto della vita, degli anziani, l’amore per i genitori e per la propria terra, e per le piccole gioie del quotidiano. La scrittura rapisce per la sua splendida costruzione, che ha qualcosa di antico, forse anche per la scelta della parole, mai banali e consumate dalla quotidianità.
Riportando alla conoscenza del lettore, la magia e l’attesa di rituali, semplici e profondi, ormai perduti, come il fare il pane in casa. Il crescere dell’impasto lievitato,sotto i teli; la scoperta di una croce impressa nelle forme di pane, a rendere la conoscenza dell’importanza di quell’alimento. I ricordi, le pieghe della vita, anche quelle più dolorose, come l’emarginazione, con un tratto descrittivo fine che parla di esperienze non necessariamente personali, ma anche attinte al comune sentire. Per entrare meglio nelle pagine di Adriana Pedicini abbiamo dialogato con lei. Ci ha preso per mano ci a fatto compiere un viaggio dentro il suo libro mostrandoci la rotta di lettura e di avventura.
Nel libro si parla di luoghi della memoria, vissuta e immaginata?
“Non so se ho scritto ciò che ho scritto perché l’ho vissuto o sentito o avrei voluto vivere e sentire. Uno scrittore non vive certo solo nella scrittura, legge, parla, incontra gli amici, viaggia, soprattutto nel mio caso insegna e fa la mamma. Sono avvenimenti che non hanno a che fare con la scrittura, ma improvvisamente, sarà l’inconscio, sarà la consapevolezza,si ha necessità di rielaborare per così dire un materiale di partenza, del proprio vissuto quale filtra attraverso la memoria, o anche solamente presagito o vagheggiato”.
 La sua pubblicazione è un viaggio nei ricordi, personali e di una comunità, ma non è nostalgico...
 “E’ così. Ho scritto non per un provincialismo dell’anima: rappresentare una realtà, i comportamenti, i modi di essere, le proprie esperienze non è chiudersi nella provincia con  appagamento, senza avvertire o suggerire stimoli o provocazioni al pensare.
Allo stesso modo non ritengo che ritornare al proprio passato o alle esperienze vissute sia una sorta di sentimentalismo, quello manierato, che non è mai saldo, che tende ad ovattare le cose, ad indebolirle, a fiaccarle; vi è al contrario l’amore per le cose, per le persone, per le situazioni che in sé contengono aspetti e valori esemplari che superano il tempo e lo spazio, da recuperare prima che la memoria, devastata dal tempo che passa, ne laceri  per sempre l’essenza”.
 Piccoli frammenti di memoria che si srotolano da una pagina all’altra che si fanno racconto
“E vero. Per questo motivo il taglio di questo libro non poteva essere che il racconto, perché il racconto è essenziale, non ha bisogno di riempitivi. E la comunicazione risulta pertanto immediata, non vi è la costruzione ideologica o l’ossatura che sempre presiede al romanzo; ogni racconto ha in sé le risorse della vita, sono “atti” colti in un momento particolare, ben delimitato temporalmente e spazialmente eppure intrisi di qualcosa che va oltre. Vorrei dire che i personaggi dei racconti sono il frutto di intuizioni liriche, in alcuni racconti manca addirittura anche un minimo intreccio, in altri l’intreccio trae spunto dalla complessità della vita”.
C’è stata un’ispirazione particolare che le ha permesso di iniziare a scrivere?
 “Il mio libro non l’ho progettato in anticipo, ma ha preso forma dopo una carica emotiva straordinaria, in cui il bisogno di non perdere l’esistente con il suo bagaglio di esperienze era fortissimo. Poi ha preso forma scrivendo, soggetto ai costanti suggerimenti emozionali. Il mio obiettivo è stato la trasposizione di questa carica emotiva, comunicare emozioni attraverso il contenuto, attraverso un oggetto concreto e immaginario al tempo stesso, che è l’opera dello spirito”.
 Quale obiettivo ritiene di dover toccare con la sua fatica letteraria?
 “Il mio obiettivo e la mia speranza era che il lettore non eseguisse con la lettura un’operazione meccanica, ma che venisse impressionato dai segni, che la lettura fosse una sintesi di percezione e creazione  al tempo stesso, che disvelasse a chi quelle storie le aveva sentite o a chi vi si imbatteva per la prima volta possibilità di creazione al tempo stesso della lettura. Tutto questo con estremo pudore, che non è voglia di minimalismo o falsa modestia. Il pudore deriva dal fatto che conoscendo anche per professione i mille modi, da Omero in poi, in cui si può raccontare una  storia, in prosa o in versi, è come sapere quali vette emozionali e intellettuali sia possibile attingere, ma quanto sia difficile attingerle, e quanto siano numerosi e difficili gli strumenti”.



I BLOG DI ADRIANA
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