sabato 16 marzo 2013

Le poesie di Luciano Tallone




Luciano Tallone nasce a Centallo nel 1958, vive attualmente a Manta (Cn), di professione operaio tornitore, forse da qui la mania di sgrossare oltre ai metalli anche le parole... Il suo avvicinamento alla poesia è graduale, prende forma nel 1998 quando scrive i suoi primi versi. La sua è ”poesia di terra” perché senza ricorrere a virtuosismi stilistici - come la terra accoglie, e prova a restituire attingendo frequentemente ad immagini e metafore il proprio vissuto, gli sguardi della gente comune, gli umori della sua terra di provincia. Nel 2005 ha pubblicato la raccolta poetica dal titolo “Tracce di vento” ed. Libroitaliano. Da alcuni anni fa parte del circolo culturale "Riveder le stelle" di Fossano, scrive anche testi per canzone; nel 2007 ha vinto il concorso "Scrivere per la musica" di Castorano (AP) con il testo dal quale è nata la canzone “Di notte il mare”.


* * * 



Il destino
è un viandante distratto
che bussa ad ore inconsuete
mette chicchi di grano
dentro una ruga
lascia petali di rosa
su freddi davanzali
è pagina scritta
da piuma di vento.



* * * 


Oggi il vento non sa

la tristezza delle margherite,
che in silenzio misurano
le rughe dei passanti
la distanza delle mani
la direzione svogliata degli sguardi,
il vento senza cura
solletica corolle di vetro
passa indifferente
sulla tristezza delle margherite.



* * * 


Percezioni notturne



Guardo la notte sdraiarsi

sulla piccola città
per le strade nei cortili,
sulle altalene, s'ingrossa il silenzio

il campanile azzarda un rintocco

(dalle viuzze appena
un solitario miagolio)
ultimi passi randagi
schivano macchine dimenticate
nei parcheggi a pettine
nel buio delle stanze si indovina,
impercettibile, il chiacchierio dei sogni

oltre lo sbadiglio dei camini

l'abbraccio del cielo
apparecchiato di stelle.



* * * 


Il passo dei montanari

Diffido delle banalità
dell'architettura di certi sorrisi
le parole patinate, i tatuaggi
gli sguardi limitati, gli estetismi

Ammiro il passo
misurato dei montanari
e quelle parole sgrossate
dalle braci dell'anima

La pelle antica dei seminatori
che hanno occhi
per interrogare le nuvole
e zigomi da prestare al vento.



* * *  

Affonda grave l'impronta
più breve lo scarto del passo,
un coagulo di pensieri
affatica il sangue,
radi fili bianchi i capelli:
...sentinelle in resa al vento
alla conta delle primavere. 


* * *  




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